
Cenni su Santa Sofia d’Epiro
Cenni su Santa Sofia d’Epiro
Santa Sofia d’Epiro
Santa Sofia d’Epiro è un comune italiano della Calabria situato nella provincia di Cosenza. Con una popolazione di circa 2.384 abitanti, si trova a un’altitudine di 558 metri sul versante nordoccidentale della Sila Greca, sulla riva destra del fiume Crati. Il comune è di origine arbëreshë (italo-albanese) e conserva le tradizioni trasmesse dagli albanesi, incluse l’antica lingua albanese, il rito bizantino-greco e le usanze tipiche.
Il paese è inserito in una riserva naturale e mantiene la sua fisionomia medievale con una forte impronta balcanica. Oltre a un importante museo del costume albanese, Santa Sofia d’Epiro ospita un’accademia dell’arte e della musica, con numerosi gruppi impegnati nella ricerca musicale e nella preservazione della tradizione culturale arbëresh.
La fondazione di Santa Sofia d’Epiro precede l’arrivo degli albanesi nel XV secolo, quando fu costruita vicino a una masseria abbandonata. Il territorio era diviso in cinque contrade, infeudate ai vescovi di Bisignano. Gli albanesi si insediarono nel 1472, favoriti dal vescovo di Bisignano e dal Principe Sanseverino.
Nel corso dei secoli, Santa Sofia d’Epiro ha vissuto momenti di crescita e decadenza, influenzati da epidemie di peste e terremoti. Nel XVIII secolo, si sviluppò una nuova classe sociale di ceto medio-borghese, segnando una differenziazione sociale. Durante il Risorgimento, molti italo-albanesi lottarono per l’indipendenza e l’Unione della Nazione italiana.
Il centro storico è organizzato in rioni, con edifici che testimoniano la storia del paese, dalle modeste dimore alle case nobiliari e ai palazzotti nobiliari. Santa Sofia d’Epiro conserva diverse chiese, tra cui la Chiesa di Sant’Atanasio il Grande e l’antica Chiesa di Santa Sofia.

Il centro storico
Il nucleo storico si caratterizza per la sua disposizione a rioni organizzati intorno a uno spazio centrale, tradizionalmente chiamato gitonia. Alcune abitazioni conservano ancora pregevoli decorazioni e portali in pietra con stemmi gentilizi, forse appartenenti ad antiche famiglie. La piazza principale del paese ospita la Chiesa di Sant’Atanasio il Grande, principale luogo di culto di rito greco-bizantino dedicato a Sant’Atanasio, costruita nel 1742 in stile neoclassico con un’unica navata e abside quadrata. Le pareti e la volta interne sono state completamente affrescate negli anni ’80 da Niko Jannakakis, pittore cretese. All’estremità orientale si erge l’antica Chiesa di Santa Sofia, nota come Qisha Vjeter, contenente pregevoli quadri antichi ed icone dipinte dagli Jeromonaci dell’abbazia basiliana di Grottaferrata. Di fronte, la Chiesa di Santa Venere custodisce icone del pittore albanese Josif Droboniku e una tela seicentesca raffigurante la martire. Dietro l’antico Palazzo Vescovile, in Largo Trapeza, troviamo il Municipio e un significativo Museo del territorio e del costume Arbëreshë. Qui, è possibile ammirare la fedele ricostruzione della vestizione delle donne albanesi, con una collezione che include abiti per il quotidiano, le festività, le mezze festività, il matrimonio e il lutto. In un’ala del palazzo, è allestita la sezione dedicata all’Erbario del Crati del Museo di Storia Naturale della Calabria, illustrando tutte le specie vegetali locali. “Gli Albanesi d’Italia,” opera realizzata nel 2007 dallo scultore calabrese Aligia, rievoca, attraverso la sua forma unitaria a sfera, la storia che si compie nella ricchezza dell’esperienza della Comunità Italo-Albanese. Le due sfere concentriche, di cui quella esterna in pietra, sintetizzano il percorso temporale, rivelando la bellezza della ricca identità culturale della comunità arbëreshe
Chiesa di Sant’Atanasio il Grande
È la chiesa principale del paese e una delle più belle dell’Eparchia Greco-Albanese di Lungro, alla quale Santa Sofia d’Epiro appartiene. L’edificio, in stile neoclassico, sorge al centro del paese nella piazza principale del centro storico e risale al 1742. Dal punto di vista architettonico si presenta ad aula unica con abside quadrata, con le pareti interne e la volta affrescate interamente negli anni ’80 dal pittore cretese Nikos Jannakakis, con dipinti di chiara evocazione bizantina.


Museo del Costume albanese
Nello storico palazzo che si affaccia sul Largo Trapeza è stato istituito il museo del Costume e del Territorio. Al suo interno si può ammirare la ricostruzione fedele e completa del corredo tipico delle donne arbëreshe. La raccolta comprende vestiti giornalieri, di festa, mezza festa, nuziale e di lutto. L’originalità dell’iniziativa risiede nel valore storico degli abiti che con testimoniano concretamente la dignità e i prestigio della famiglia da cui la donna proveniva e nello stesso tempo il decoro di quella del marito che accoglieva la nuova sposa. Tuttora è possibile inoltre ammirare questi costumi anche passeggiando per le vie del paese, poiché nella nostra comunità alcune signore più anziane usano ancora indossare gli abiti tradizionali nella vita quotidiana. Altre occasioni per ammirare questi sono le numerose manifestazioni folcloristiche, tra le quali la più famosa è la Primavera Italo-Albanese, che si teine tradizionalmente nel mese di maggio.